Il volume analizza il contributo che la fotografia ha apportato all’affermazione della cultura della visibilità peculiare della cosiddetta società trasparente, accelerata dalla nascita del World Wide Web e impostasi capillarmente a cavallo di millennio. In particolare, l’autrice pone in luce il singolare profilarsi nel corso degli ultimi decenni di un crossover, per molti versi inedito, della pratica fotografica nei campi sempre più osmotici delle arti visive, della moda e dei social media. Privilegiando la dimensione esperienziale e partecipativa del medium e, dunque, mettendo in atto una modalità di racconto in prima persona e in presa diretta del reale, tali pratiche sembrano infatti rispondere a quell’istanza allo svelamento e all’esposizione totale della sfera privata, ravvisata da Jean Baudrillard quale tratto distintivo della società attuale. In questo senso, la nozione di nuova oscenità –ovvero l’oscenità del visibile, del troppo visibile, del più visibile del visibile teorizzata nei suoi scritti dal filosofo francese – viene assurta a strumento utile a mappare e inquadrare gli esiti della Snapshot Culture nell’era digitale.

Autore

Chiara Pompa è dottoranda in Arti visive, performative, mediali presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna e fellow del Centro di Ricerca Internazionale “Culture Fashion Communication”. I suoi principali interessi di ricerca vertono sul fotografico e, in particolare, sulle interazioni tra arte contemporanea, moda e media digitali. Tra le sue ultime pubblicazioni: Diaries Without Padlocks. Photographic Writing of the Obscene in Social Networks, Art and Fashion, 2017 e Mythologies of the DigiSelf. The Spectacularization of Daily Life in Visual Culture at the Turn of the Millennium, 2018 editi per la collana scientifica “The Culture, Fashion, and Society Notebook”, Pearson-Bruno Mondadori.