L'arte ansiosa
Perché non ci sono più né artisti né arte
Aldo Marroni

La fine di ogni riferimento normativo sicuro e la conseguente condizione di incertezza che caratterizzano la contemporaneità obbligano l'artista del presente a vivere in una profonda condizione di ansia: in una società che pare priva di parametri di legittimazione, la sua è un’opera d’arte oppure è soltanto una geniale trovata a cui la critica attribuisce valore artistico?

Ordine di scuola Università, Varia e Professionale - Varia

Area disciplinare Discipline umanistiche

Materia FILOSOFIA - Corsi

Collana Ricerca

ISBN 9788867742226

Pp. 216

Euro 17,00

L’affermazione dell’artista tedesco Anselm Kiefer secondo cui “l’art survivra à ses ruines”, prima ancora di esprimere una speranza, rappresenta l’indice di un malessere e una inquietudine da tempo vigente nell’arte contemporanea. Infatti, la fine di ogni riferimento normativo sicuro e la conseguente condizione di incertezza hanno generato una profonda ansia derivata dall’anomala situazione in cui si sono trovate sia l’arte che l’artista. Quest’ultimo è un soggetto ansioso perché non sa se la sua è un’opera d’arte oppure soltanto una geniale trovata a cui la critica attribuisce valore artistico. Si può considerare dunque un artista anche se è legittimato unicamente da quel sistema mediatico-pubblicitario chiamato “mondo dell’arte”? Egli mantiene ben nascosta questa sua condizione patologica. Il suo farmaco è la glorificazione che gli deriva dall’élite culturale mentre la sua presunta guarigione coincide con il successo commerciale.
Questa impossibilità di stabilire cosa è arte e cosa no apre la strada a esperienze estetiche le quali vanno a collocarsi oltre l’arte stessa, mettendo così in crisi quel sistema che ha fatto della sacralizzazione dell’opera il suo ideale.
L’autore, chiamando a testimoniare alcune delle figure più emblematiche dell’estetica e rileggendo i momenti più problematici dell’arte contemporanea, arriva ad accreditare la promesse de bonheur implicita nel kitsch, così da fissare una situazione in cui arte e artisti sembrano essersi volatilizzati per lasciare agire in piena libertà il puro godimento dell’oggetto estetico.

 

Autore

Aldo Marroni è docente di Estetica presso l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Ha ultimamente pubblicato: L’arte dei simulacri (Costa & Nolan 2009); Estetiche dell’eccesso (Quodlibet 2012); La decivilizzazione estetica della società (Bruno Mondadori 2014); Sotto il segno del dionisiaco (Ombre corte 2016). È co-editor di “Cultura. International Journal of Philosophy of Culture and Axiology” ed è membro del comitato di redazione di “Ágalma. Rivista di studi culturali e di estetica”.