L'analisi dei documenti
L'uso delle fonti
Nel testo, le fonti potranno essere citate o letteralmente o riportate con parole proprie: nella prima opzione, si dovranno virgolettare le parole che si riportano, mentre nella seconda si dovrà riorganizzare il testo e utilizzare espressioni proprie.
Quando citare letteralmente?
In generale, le citazioni letterali devono essere brevi (orientativamente non più di una o due righe) e vanno utilizzate solo quando, oltre al contenuto, è rilevante il modo in cui viene espresso. Quindi, possono essere utili per riportare:
- un verso, un’espressione concisa e “artistica”;
- le parole di un personaggio particolarmente autorevole o comunque significativo nell’ambito del tema affrontato;
- una presa di posizione che si vuole confutare.
Le citazioni letterali, salvo quelle brevissime di poche parole, devono essere sempre commentate o devono coronare un discorso, non devono essere considerate autoevidenti.
Quando citare non letteralmente?
Concetti complessi e articolati, che vengono espressi nella fonte in modo discorsivo e ampio, dovrebbero essere sintetizzati in modo conciso. Tale strategia è utile per:
- veicolare il concetto fondamentale di un capoverso, di un documento;
- riportare dati;
- le sezioni espositive dei documenti.
Sia per le citazioni letterali sia per quelle non letterali si deve esplicitare sempre la fonte dalla quale sono state tratte. Tuttavia, mentre nel saggio breve si richiede una citazione precisa in nota (per esempio: C. PETRINI in Petrini-Rifkin, Il nuovo patto per la natura, “la Repubblica” – 9 giugno 2010) , negli articoli di giornale si può essere più discorsivi (per esempio: «come scrive Carlo Petrini su “la Repubblica del 9 giugno 2010, ...»).
Per chiarimenti sull’uso delle citazioni si può consultare il laboratorio “Fare ricerche in Internet”