L’uso corretto delle fonti: la citazione diretta e indiretta

Riassunto diretto

Cerca in Internet il testo della poesia Mio padre è stato per me “l’assassino” di Umberto Saba, poi riassumi il sonetto utilizzando almeno quattro citazioni dirette di non più di un verso e mezzo ciascuna. Almeno una delle citazioni deve contenere un taglio, indicato con i tre puntini fra parentesi […].

Elaborazioni adeguate

Cerca in Internet il testo della poesia Alle fronde dei salici di Salvatore Quasimodo, poi formula un breve commento utilizzando almeno tre citazioni dirette e quattro indirette tratte dai seguenti testi critici.

«È la rappresentazione degli orrori commessi dai nazisti sulla popolazione inerme degli italiani, massacri che suscitavano panico e paura tra i civili e il silenzio dei poeti. Orribili erano i morti abbandonati nelle piazze, il lamento dei fanciulli, il grido straziante della madre che vedeva il proprio figlio appeso sul palo del telegrafo. Scene reali che si verificavano nelle città e nelle campagne italiane. I nazisti occupavano il Paese e i poeti non trovavano le parole per esprimere lo sconforto e il dolore che avevano nel cuore, nell’anima. Tanto dolore paralizza la mano e offusca la mente. I poeti erano ridotti all’impotenza, avevano finito di scrivere versi e avevano appeso i lori fogli puliti al vento della guerra perché la poesia è impotente di fronte ai morti e alla barbarie. Come scrive Maurizio Dardano: «Lievi. Questo aggettivo sottolinea la fragilità della poesia e quasi la sua inconsistenza, la sua apparente impotenza di fronte ai grandi rivolgimenti della storia». [...]

Il tono emotivo è intenso e vibrante. L’autore manifesta tutta la sua l’impotenza come uomo e come poeta; ne esce una poesia sofferta e rabbiosa, che esprime la volontà di urlare il proprio dolore contro il dominio straniero, ma esprime anche il senso di liberazione che il poeta, insieme al popolo italiano, stava vivendo in quei mesi, mentre lotta con i fucili in pugno. La lirica esprime in modo chiaro che la poesia è tornata, e ora può dire tutto il silenzio che è stato necessario subire nei due lunghi anni di guerra fratricida».

                                                        Biagio Carrubba, da http://www.italialibri.net/opere/allefrondedeisalici.html.

«La lirica va interpretata cogliendo gli echi biblici presenti nel testo, che creano una profonda continuità fra passato e presente. L’immagine finale delle cetre appese ai salici richiama il Salmo di David Sui fiumi di Babilonia (136) e si riferisce agli Ebrei che, condotti in esilio a Babilonia dopo la caduta di Gerusalemme, si rifiutano di celebrare la lode di Dio in terra straniera. Tale situazione non è dissimile da quella degli Italiani, la cui terra è invasa dall’esercito tedesco. Ora, nel momento della sofferenza, i poeti non hanno più la voce per cantare, così come successe un tempo agli ebrei prigionieri. Nella tragedia dell’occupazione nazista i poeti hanno appeso le cetre alle fronde, come gli antichi poeti, in segno di lutto e di partecipazione solidale, ma anche per auspicare la fine di quegli orrori. […]

L’atteggiamento dei “veri poeti” che per dignità scelsero il silenzio si contrappone anche al clamore di tante voci di intellettuali e scrittori che, durante il ventennio fascista, acclamarono e sostennero il regime totalitario che portò alla guerra e allo sterminio».

                                     Beatrice Panebianco, Antonella Varani, L’esperienza del testo. Poesia e teatro, Zanichelli.